Già così è una battuta d'arresto per il procedimento Open, l'inchiesta della procura di Firenze sulla fondazione vicina all'ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il conflitto tra i poteri dello Stato sollevato dal Senato contro gli inquirenti, e adesso dovrà giudicare nel merito, stabilire quindi se l'ex procuratore Creazzo e i sostituti procuratori Luca Turco e Antonino Nastasi avrebbero dovuto chiedere prima una formale autorizzazione per l'acquisizione delle chat private del senatore di Italia Viva. La pronuncia potrebbe avere un riflesso immediato sul processo in corso. Il Gup probabilmente deciderà già il 25 novembre di sospendere l'udienza preliminare. L'inchiesta per il reato di finanziamento illecito ai partiti e a vario titolo traffico di influenze, corruzione, emissione di fatture false e autoriciclaggio, vede undici indagati, tra cui Maria Elena Boschi, Luca Lotti, l'ex presidente della Fondazione Open, Alberto Bianchi, oltre a Matteo Renzi, che nella sua enews, dopo la notizia della Consulta, ha commentato: "Un altro passo verso la verità".