“A oggi, a mezzogiorno, 73 decessi solo il mese di aprile, più i famosi 70 che dicevano del mese di marzo. Quindi oggi è il 12”. 73 decessi in 12 giorni. A parlare è uno dei 1500 dipendenti del Pio Albergo Trivulzio, la più famosa residenza per anziani milanese, che racconta quanto sta accadendo ormai da più di un mese, dall'impedire di indossare le mascherine al personale sanitario fino al 20 marzo scorso a quelle lastre e TAC sparite. Testimonianze rese in anonimato per paura di ritorsioni. “Chi sta lavorando oggi, sia operatori, infermieri, fisioterapisti, tutti sono distrutti, distrutti psicologicamente, perché vedono una situazione assurda, morire persone veramente ogni ora quasi. Ci sono dei giorni che i decessi sono veramente importanti, tanti, consecutivi. Non ce la facciamo più. Siamo rimasti in quattro in reparto perché comunque tante malattie, tanti colleghi che stanno male. Cominciano a esserci delle malattie importanti”. Sono almeno 200 i dipendenti in malattia. Qualcuno è al momento ricoverato in ospedale in condizioni non buone. Su quanto accaduto dalla fine di febbraio ad oggi indaga la Magistratura, che ha aperto un'inchiesta con l'accusa di epidemia colposa e omicidio colposo. Il direttore della struttura, Giuseppe Calicchio, è stato iscritto nel registro degli indagati e sono state istituite due Commissioni volute dal Ministero e dalla Regione per fare luce sulle morti e sulla mancata fornitura di dispositivi di sicurezza. Ma non è solo sul Pio Albergo Trivulzio che si indaga. Sono almeno una dozzina i fascicoli aperti fino ad ora dal tribunale di Milano sulle altre RSA. Su Mediglia e su una casa di riposo di Melegnano si occupa invece il tribunale di Lodi.