È stato nelle corsie che i medici hanno notato un'elevata tendenza dei malati a una sindrome da ipercoagulazione e all'insorgere in molti casi di trombosi. Da qui l'intuizione di utilizzare l'eparina a basso peso molecolare nel trattamento dei pazienti Covid-19. Adesso c'è il via libera anche dell'Agenzia Italiana del Farmaco che ha autorizzato la sperimentazione dell'eparina a un dosaggio medio-alto su 300 pazienti sparsi in 14 centri italiani. A coordinare lo studio sarà il professor Pierluigi Viale, che spiega come questo farmaco sia anche un ottimo antinfiammatorio e antivirale e proprio per questo può intervenire su più punti nella gestione del paziente. “E' un farmaco dotato di una spiccata attività antinfiammatoria e quindi può aiutare la terapia antinfiammatoria, può rappresentare uno dei cardini della terapia antinfiammatoria che applichiamo ai pazienti nella fase di sindrome da accesso di risposta infiammatoria e, terzo punto, già in passato era stata documentata la sua azione antivirale nei confronti del virus della Sars e poi anche del virus Zika”. Ai 300 pazienti coinvolti nella sperimentazione italiana in particolare sarà somministrata per via sottocutanea la enoxaparina sodica, ad oggi uno degli anticoagulanti più utilizzati. Già nelle settimane scorse era stata l'Organizzazione Mondiale della Sanità a raccomandare di prevenire il tromboembolismo venoso nei soggetti infetti da Stars-Cov-2 ricorrendo alla somministrazione di eparina. Un altro importante tassello nella complicata ricerca di farmaci e trattamenti clinici sicuri ed efficaci contro il coronavirus.