Il primo paziente Covid arriva alle ore 12:00 in punto. Appena vedono spuntare l'ambulanza dell'Ares 118 gli infermieri si fanno a 5 per farsi coraggio. Pochi minuti prima si sono vestiti, sono 90 tra: medici, infermieri e personale di supporto, tutti si sono offerti volontari, allungando i propri turni per essere sempre gli stessi a lavorare in quest'area. Dopo tanti anni di terapia intensiva ci è stato chiesto chi se la sentisse di iniziare questa nuova esperienza, quindi noi abbiamo offerto la candidatura. Con l'arrivo del primo paziente il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma apre il suo Covid Center. Quaranta posti letto di cui 9 di terapia intensiva, 7 di media intensità e 31 a bassa intensità, in funzione dell'andamento del contagio. Questa struttura è completamente isolata dal Policlinico del Campus Bio-Medico, è stata creata proprio per curare i pazienti Covid. Qui siamo nel percorso e queste sono le postazioni dell'alta intensità. Ci troviamo nella terapia intensiva, su questi posti letto verranno trattati i pazienti più complessi che necessitano di intubazione e di ventilazione e sarà anche possibile effettuare la circolazione extracorporea (ECLS) propria di questi pazienti che verranno seguiti dal nostro professore ordinario di anestesiologia Felice Agrò. Il paziente viene messo a pancia in giù, appoggiato sopra questi cuscini. Questa parte finale è un raccordo a Ypsilon che diventa unico, è un catetere mount, si toglie questo e questo si collega alla parte del tubo tracheale che va in trachea del paziente, dalla bocca arriva in trachea, dalla trachea ventila il polmone destro e il polmone sinistro. All'interno di quest'area c'è anche una TAC a 300 strati, per intenderci, la Ferrari delle TAC, è in grado, in neanche un minuto, di fare una scansione total body . Questa invece si chiama Extracorporeal Life Support, dà ossigeno in aggiunta e ripulisce il sangue quando il ventilatore non basta. Il Campus Bio-Medico è dotato anche di un sistema di intelligenza artificiale utilizzato a Wuhan nel corso dell'emergenza coronavirus, in grado di leggere il livello di compromissione polmonare in una TAC, tutto in pochi secondi.