Una sola inchiesta ma tanti filoni quanti sarebbero stati gli appalti pilotati. Per la Procura di Milano tutto ruoterebbe intorno al Generale Oreste Liporace, 62 anni, ex Comandante del Reggimento di Velletri e poi direttore dell'Istituto Alti Studi della Difesa, sospeso con effetto immediato e ora ai domiciliari, e agli imprenditori della logistica Ennio De Vellis, con rapporti al Ministero delle Infrastrutture e al Dipartimento Informazioni e sicurezza, e ai fratelli Massimiliano e William Fabbro, titolari di una multiservizi. Sono accusati di corruzione, turbativa e traffico di influenze. Tra gli indagati anche Lorenzo Quinzi, a capo del Dipartimento per gli Affari Generali e Digitalizzazione del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, e il presidente di Federterme Caputi che avrebbe ottenuto un finanziamento per le Terme di Chianciano in cambio dell'assunzione di una persona vicina a Quinzi. L'inchiesta nasce da una vecchia indagine per corruzione che vedeva già protagonisti i fratelli Fabbro. Dalle chat trovate nei loro telefoni sono emerse la relazioni e gli scambi con Liporace e De Vellis, che avrebbero garantito agli imprenditori un appalto da 700.000 euro per le pulizie della caserma all'epoca guidata dal militare, che in cambio avrebbe ottenuto 22.000 euro, borse, biglietti per lo stadio e la Scala di Milano. Il tutto all'interno, si legge nelle oltre 200 pagine dell'inchiesta, di un meccanismo collaudato dall'imprenditore De Vellis che si accaparra le commesse" del MIT grazie a Quinzi: traslochi di dipendenti, opere di messa in sicurezza del Ministero, fino alla "disinfestazione vespe" e il "ripristino e restauro dell'orologio del MIT".