Voti di scambio, corruzione, intrecci tra mafia e politica. Ancora una volta. 11 le persone arrestate dai Carabinieri del comando provinciale di Catania su richiesta dei magistrati del capoluogo etneo. In manette il sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando, politici locali, imprenditori ed esponenti del clan mafioso dei Santapaola Ercolano. Ma c’è anche un indagato eccellente. Si tratta di Luca Sammartino eletto nella Lega di Salvini all’assemblea regionale siciliana, nominato poi vice presidente della regione ed assessore regionale all’agricoltura. Alle ultime elezioni è stato il candidato più votato in Sicilia con oltre 22mila preferenze. I reati che vengono contestai a Sammartino e agli arrestati sarebbero stati commessi tra il 2018 e il 2021. Il vice presidente della regione, sospeso dal Gip per un anno da tutte le sue funzioni, avrebbe appoggiato Santi Rando, ex poliziotto, alle elezioni poi vinte per la poltrona di primo cittadino di Tremestieri. Appoggio che Rando avrebbe ricevuto anche dai clan in cambio, dicono i magistrati, di favori. Sammartino, che il Gip descrive come persona incline a commettere reati, all’epoca dei fatti nel Pd, avrebbe inoltre favorito la riduzione della presenza di farmacie nel territorio di Tremestieri etneo per favorire un imprenditore, in cambio di voti per Caterina Chinnici alle elezioni europee del 2020. All’esponente siciliano della Lega viene inoltre contestata la corruzione ad un carabiniere in servizio presso la Polizia Giudiziaria di Catania che in cambio di soldi, 400 euro in totale, avrebbe informato il politico di indagini a suo carico e avrebbe anche effettuato bonifiche per verificare la presenza di microspie nei suoi uffici. Insomma, una bufera che travolge quello che è stato definito il ras siciliano delle preferenze e che arriva a pochi mesi dal voto per le europee e che, ancora volta, alza il velo sugli intrecci tra la mafia e la politica.