Arrestato per corruzione. Con questa accusa il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa è finito ai domiciliari. Con lui, primo cittadino dal 2020, altre quattro persone sono state arrestate nell'ambito di un'inchiesta per presunti reati contro la Pubblica Amministrazione. Insieme al sindaco leghista al suo secondo mandato sono finiti in manette anche una consigliera comunale eletta con una lista civica di centrodestra, l'amministratore unico della partecipata locale ASM, il direttore amministrativo e l'amministratore di una società del gruppo della stessa municipalizzata per la distribuzione del gas. Indagati a piede libero invece l'ex europarlamentare della Lega Angelo Ciocca e Alberto Righini vicepresidente regionale di ANCE, l'associazione dei costruttori. Un'indagine che si sviluppa su due filoni distinti e paralleli e che partirebbe proprio da una spaccatura politica all'interno dello stesso partito del sindaco. Ma per risalire ai fatti dobbiamo ritornare al novembre del 2022, a un tentativo di rovesciare la giunta comunale, passato alle cronache come la congiura di Sant'Andrea. Per far cadere la giunta dovevano essere raccolte davanti a un notaio le dimissioni di 13 consiglieri su 25, ma al momento di depositarle agli atti una delle lettere sarebbe sparita. Seguirono ricorsi alla giustizia amministrativa e anche a un'indagine della Procura, per ora rimaste senza sbocchi. Fu proprio l'ex europarlamentare della Lega Ciocca secondo la Procura ad essersi adoperato per far cadere il sindaco del suo stesso partito, cercando di reclutare consiglieri disposti a dimettersi. In quell'occasione sarebbe stato lui insieme all'altro indagato, Righini, ad avvicinare almeno uno dei consiglieri con la promessa di 15mila euro in cambio della sua partecipazione alle dimissioni di massa, mentre dall'altra parte il sindaco per ottenere il sostegno da un'altra consigliera le avrebbe procurato una consulenza di facciata proprio nella municipalizzata locale.