Controllare le mail e le altre comunicazioni elettroniche di un impiegato sul posto di lavoro è una violazione del diritto ad avere una vita privata e una propria corrispondenza. È la Corte europea dei diritti umani a stabilirlo. Nella sentenza su un ricorso presentata da un cittadino rumeno, licenziato dopo che il suo datore di lavoro aveva controllato le sue e-mail, la Grande Camera della Corte di Strasburgo affiliata al Consiglio d’Europa ha condannato la Romania per violazione dell’articolo 8 sul diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza. Secondo la Corte di Strasburgo, le autorità nazionali rumene non hanno protetto in modo adeguato il diritto al rispetto per la vita privata e la corrispondenza del lavoratore. Dal 2004 al 2007 l’uomo lavorava come ingegnere in un’azienda, e su richiesta del datore di lavoro aveva creato un account Yahoo Messenger, per rispondere alle richieste dei clienti. L’impresa, poi, aveva fatto circolare un avviso tra gli impiegati, comunicando che l’uso di internet, telefono e fotocopiatrice per ragioni private poteva costituire causa di licenziamento per ragioni disciplinari, e poco dopo l’uomo è stato licenziato, per questa ragione: aver mandato mail al fratello e alla fidanzata. Fatto ricorso, i giudici hanno stabilito che un datore di lavoro non possa ridurre a zero la vita sociale privata di un impiegato.