Ogni volta pensava dovevi pensare a tutti i gesti che facevi adesso, abbastanza automatici, resta il peso. Sono sempre più veloci e indossare e togliere la tuta, i medici e gli infermieri gesti ripetuti più volte al giorno, tutti occupati i posti della terapia intensiva covid degli ospedali riuniti di Ancona, da quando é divampata la pandemia i ricoveri non si sono mai fermati. "Ci preoccupa perché pazienti delle semi intensive, in generale i pazienti ricoverati con covid che quindi sono a rischio poi di poter peggiorare. questi numeri di questi pazienti, é in incremento in aumento quindi siamo un po' in apprensione per quello che potrebbe succedere da qui a una due, tre settimane, insomma.” "È un impegniamo psicologico non indifferente. I pazienti sono ancora tanti, tanti da gestire, sono pazienti complessi, molto". "Alla fine loro hanno affidato a te le loro speranze, ti senti anche il peso emotivo di questo, ecco, persone con cui ho avuto a che fare da sveglio, ho dovuto confortare ". Il 40% dei pazienti, intubati, non ce la fa. Il carico psicologico, accanto all'impegno professionale ininterrotto per tutti i sanitari, la carenza d'organico, le ferie bloccate da settembre per chi è in cura, i malati covid. "La speranza, i vaccini è forte però ancora non si vede una via d'uscita. E ogni volta che si esce da un' ondata pandemica inizia subito la successiva crea stress e genera stanchezza tra gli operatori. La variante inglese e l'infezione prevalente nella provincia di Ancona, l'area più sotto pressione delle Marche insieme al Maceratese. "Mentre a marzo, aprile c'è stata una grossa ondata, dove pazienti arrivano quasi contemporaneamente, quindi con una necessità di incremento rapido dei posti letto, invece, da ottobre, uno stillicidio continuo". Dietro al vetro pazienti ricoverati da più di un mese e sono in aumento i giovani con gravi difficoltà respiratorie. "Quarantenni, per la prima volta devo dire da noi anche ventenni, quindi, un'età che in generale si sta abbassando".