Bene, rivediamo questi 10.000 casi abbondanti delle ultime 24 ore. Un dato simile a quello dei giorni scorsi quindi, appunto, abbiamo detto prima, in discesa rispetto alle scorse settimane. Resta un dato, in senso assoluto, alto perché, facciamo sempre il conto, se ognuno di questi 10000 ha 20 contatti, vuol dire che sono 200mila persone che in teoria bisognerebbe tracciare. Come fai? Non lo fai, perché sono troppi. È per questo che questi numeri sono incompatibili con la possibilità di andare a seguire effettivamente tutti i contatti dei positivi, per risalire anche alle catene di contagio. Quindi, numero in discesa ma ancora tecnicamente alto. I tamponi fatti sono stati molto stabili negli ultimi giorni, a un livello discreto. I molecolari oggi non sono tantissimi, sono 172000. Ricordiamo che i molecolari, cioè la parte grigia della colonna, sono quelli non solo più affidabili ma anche più utili, ad esempio, per tracciare le varianti, che è una cosa che, come sappiamo, ci preoccupa da un po' di mesi. La percentuale di positivi su tamponi resta sempre più o meno li, tra il 2%. Sebastiani sicuramente non approverà questo nostro dividere tutti i positivi tra tutti i tamponi, ma tanto ormai la positività, come tasso, da gennaio in poi è diventata un po' aleatoria da quando ci sono gli antigenici nel conteggio. I decessi sono un dato molto interessante oggi, perché è il secondo dato più basso negli ultimi mesi, sono 207. Poi magari proprio con Sebastiani facciamo un ragionamento su quanto sta incidendo e ha già inciso da alcune settimane la vaccinazione su questi numeri, cioè quanto sarebbe più alto se se non ci fossero i vaccini un dato come quello di oggi. Ma, naturalmente, resta alto e, purtroppo, continua a restare più alto di quello degli altri grandi Paesi europei in rapporto alla popolazione. Le terapie intensive continuano a scendere. La percentuale di saturazione, poi ne parleremo magari, continua ad abbassarsi sia su scala nazionale che nelle regioni. Ne rimangono poche che hanno la saturazione delle terapie intensive sopra la soglia di guardia. Se guardiamo anche l'istogramma, si vede come si continua ad andare giù di decine e decine al giorno. Naturalmente questo è un fatto positivo. Qui, ripetiamo anche questo, non lo ripeteremo mai abbastanza, l'effetto della riapertura ancora non si può vedere, immaginiamo, se non in modo molto molto limitato, perché è passato troppo poco, quindi la terapia intensiva ci metto un po' a essere attivata da quando c'è il contagio, poi i primi sintomi, poi un aggravamento. E, quindi, la riapertura del 26 difficilmente si può riflettere già, qualunque sia il suo effetto, qui. Gli ingressi al giorno anche loro sono 109, un numero anche qui basso. Non siamo ancora riusciti a scendere sotto quota 100. Le nuove persone che entrano in terapia intensiva, qui basta un colpo d'occhio, c'è anche qui una discesa, seppur non marcatissima. Anzi, nell'ultima settimana sostanzialmente il dato è stabile, però, non c'è una risalita quantomeno. I ricoverati con sintomi continuano a scendere di svariate centinaia al giorno. Anche qui la nota positiva è che c'è una sola regione ormai, che è la Calabria, che è sopra la soglia di allerta sull'occupazione dei posti in ospedale. Quindi, anche qui, dato che conferma il miglioramento della curva.