Nel laboratorio analisi dell'Azienda Sanitaria di Piacenza, con questo strumento, ogni tampone positivo per SARS-CoV-2, viene analizzato per rilevare la presenza di mutazioni. "Abbiamo capito che qualcosa non andava, perché ci siamo trovati di fronte a dei campioni negativi, per le mutazioni ricercate. I Kit in commercio, non evidenziano l'indiana Delta". A questo punto si è deciso di sequenziare i campioni, grazie a un protocollo ottenuto in collaborazione con il San Matteo di Pavia e il settore di immunogenetica dell'Ospedale di Piacenza. "E abbiamo evidenziato la variante indiana Delta". "Abbiamo in questo momento screenato, per questo motivo, 1.000 persone". In una settimana si sono riscontrati 25 casi di variante indiana, il focolaio divampato all'interno di due aziende del Polo Logistico piacentino. "Da qualche giorno non abbiamo più altri positivi sui tamponi fatti, quindi pensiamo di essere riusciti a circoscriverlo". La zona interessata è quella al confine tra Emilia Romagna e Lombardia. "Di questi 25 casi, 19 sono residenti in provincia di Piacenza, quattro in provincia di Cremona e due in provincia di Lodi" Le persone contagiate hanno sotto i 40 anni, sono asintomatiche, un solo caso di ricovero, nessuno vaccinato o entrato in contatto con il virus in precedenza. "Non abbiamo avuto riscontro di persone che coinvolte, che abbiano fatto dei viaggi, quindi sembrerebbe un focolaio di origine italiana". Abbiamo delle difficoltà, a convincere le persone che sono venute a contatto con i positivi, a farsi il tampone, racconta il Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica di Piacenza. "È perché hanno paura di scoprirsi positivi, poi di andare incontro a tutta una serie di limitazioni. Non capiscono, non ragionano che invece l'eventuale positività loro, limitata, serve a salvare qualcun altro".