Oggi sono in una famiglia con due adolescenti, hanno 13 e 14 anni, ovviamente è come se avessi in carico l'intero nucleo familiare, svolgeremo sicuramente compiti perchè quando arriviamo la prima cosa chiedono il supporto scolastico e poi avremo un'attività laboratoriale. Cristina è uno dei 130 educatori che ogni giorno a Palermo entrano nelle case dei bambini e ragazzi meno fortunati, per aiutarli a superare le difficoltà che la pandemia ha aggravato. Le famiglie prese in carico dal servizio educativo domiciliare del centro Diaconale sono quadruplicate nel giro di due anni. L'educatore entra in casa in punta di piedi, e cerca di sostenere le funzioni genitoriali, di supportare il minore nel recupero scolastico creando così un anello di congiunzione importante tra scuola e famiglia. Da settembre al comune sono arrivate oltre ottocento segnalazioni di assenze sospette. Non tutte le famiglie erano attrezzate per l'uso e per il possesso di questi dispositivi. In questo caso l'educatore si è occupato soprattutto di facilitare e orientare la famiglia e il bambino all'accesso in piattaforme che non sapevano assolutamente utilizzare. Quindi se non ci fosse stata questa figura di educatore domiciliare all'interno delle famiglie, sono bambini che si sarebbero dispersi scolasticamente perché non avrebbero avuto accesso alle stesse opportunità dei loro coetanei. Il SED prende in carico non solo il minore segnalato dai servizi sociali o dalla tutela minori, ma anche l'intera famiglia. Tant'è che capita per esempio che gli educatori seguano e orientino i genitori realizzando la possibilità di far prendere loro il titolo di studio come la licenza media.