“Lo sport, secondo me, fa capire che si può reagire. Noi abbiamo la forza interiore per poter superare l’ostacolo. In questo caso, è il bullismo”. Roberto Cammarelle, campione del mondo di pugilato, partecipa alla campagna di sensibilizzazione dell’Osservatorio nazionale bullismo e doping. Lui e altre icone dello sport rappresentano l’esempio positivo che ogni genitore dovrebbe indicare ai propri figli perché, attraverso l’impegno, l’etica e la disciplina, bambini e adolescenti percorrano una strada molto lontana dai pericoli legati al cyberbullismo, fenomeno ormai noto, ma di cui – dicono gli esperti – non c’è ancora piena consapevolezza. “C’è ancora tanto da fare. Le Istituzioni stanno legiferando in materia. Quindi, chiaramente, innalzare il livello mediatico è servito anche per attirare l’attenzione delle Istituzioni”. Nelle scuole da anni si portano avanti progetti per diffondere tra i ragazzi la conoscenza del fenomeno. La Ministra Valeria Fedeli ha sottolineato che bisogna accelerare la discussione alla Camera per l’approvazione di una legge necessaria, ma è alle famiglie che bisogna puntare. Inconsapevolezza, assenza e disattenzione di un genitore rischiano di fare del proprio figlio un bullo o un bullizzato, vittime in entrambi i casi. Responsabilità ben messe in luce nel cortometraggio di Maria Grazia Cucinotta, regista di “Il compleanno di Alice”. “Questo film ti mostra le mancanze da parte di noi genitori, perché tante volte siamo presi dalla nostra carriera, siamo pieni di problemi. Il telefono che continua a squillare, le e-mail da scrivere e i bambini vengono lì, magari, ti chiedono aiuto e noi li mandiamo via perché non abbiamo tempo. Facciamo più attenzione. Cerchiamo di fare una rete fra noi e gli insegnanti. Gli insegnanti non si possono sostituire a noi, perché non ne hanno i mezzi, però sono un mezzo importante. Loro ci possono comunicare quali sono i problemi dei nostri figli”.