Ci sono storie che si fa fatica persino a raccontare perché è difficile immaginarle. Spesso l’inferno si consuma lontano dagli occhi della gente, nella solitudine, nei tuguri di chi è costretto a vivere in povertà e nel degrado. Lamezia Terme, Calabria. Aperta e desolata campagna. Per dieci anni un uomo ha violentato, torturato, maltrattato, seviziato, tenuta reclusa la sua convivente di vent’anni più giovane. I carabinieri lo hanno arrestato quando, durante un controllo di routine, hanno notato che nell’auto qualcosa non quadrava. Un mezzo fatiscente. A bordo uno dei figli. Il tentativo di non dare l’indirizzo della sua abitazione. Hanno scoperto che, con il bambino di nove anni, la sorellina di tre e la compagna ridotta a schiava, vivevano in questa baracca fra topi, insetti e spazzatura. La donna, costretta per ore a rimanere legata al letto, non ha potuto neppure ottenere cure mediche durante le sue gravidanze. L’uomo, oggi cinquantaduenne, le ha addirittura inferto lesioni in alcune parti del corpo, che poi ha suturato alla meglio lui stesso con mezzi di fortuna. Ora si trova nel carcere di Catanzaro, a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa della decisione del giudice, che dovrà occuparsi di un orribile caso.