Emergenza carceri, rientrata protesta al Beccaria di Milano

01 set 2024
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Un incendio nella tarda serata, i materassi dati alle fiamme e la fuga di alcuni ragazzi che sono risultati irreperibili per diverse ore. Comincia così l'ennesima protesta nell'Istituto Penale Minorile Beccaria di Milano e si chiude poche ore dopo con l'intervento dei Vigili del Fuoco e il rintracciamento dei ragazzi, che erano rimasti all'interno del perimetro del penitenziario. Restano 8 contusi non gravi anche tra gli agenti e un giovane ricoverato in ospedale per intossicazione. Quanto accaduto però non è un fatto isolato ma un episodio che si ripete a più riprese. Numerose le proteste in questi ultimi mesi, l'ultima appena una decina di giorni fa, sono la spia di un malessere profondo in un luogo dove la maggior parte dei giovani reclusi sono stranieri senza famiglia, spesso vittime di tossicodipendenza e che si sentono privi di prospettive future. "Purtroppo sono ragazzi che vivono una sofferenza profonda, legata ad un progetto migratorio fallimentare e qui è chiaro che la sera diventa soprattutto il momento più critico perché la sensazione di aver fallito, di non poter aiutare le famiglie nei loro paesi d'origine, questo scatena un profondo malessere anche psichico." Quello che è accaduto non riguarda solo i 58 ragazzi del Beccaria ma più in generale la situazione delle carceri italiane. Proteste simili si sono verificate quest'estate anche in altri istituti minorili, come il Ferrante Aporti di Torino, così come in altre carceri per adulti nel nostro paese, un sistema carcere oppresso dal sovraffollamento e dove il numero di suicidi aumenta drammaticamente di settimana in settimana. I sindacati di Polizia Penitenziaria segnalano la carenza di organico e le numerose problematiche legate alla gestione di un sistema da riformare. "I detenuti reclamano e quando lo fanno senza ricorrere alla violenza, come in questi casi, hanno anche tutte le ragioni per farlo perché le carceri sono in una situazione di illegalità diffusa. Ci aspettiamo che dal Ministero della Giustizia, dal Governo di non riascoltare i soliti ritornelli stonati fatti di annunci roboanti a cui comunque non conseguono provvedimenti concreti tangibili e risolutivi.".

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