Nell’intricata e delicata questione del salvataggio di migranti in mare, l’Europa cambia nuovamente rotta. Con l’operazione Themis al via, vale ora un principio diverso rispetto a Triton, l’operazione lanciata dall’Agenzia europea nel 2014 e al passato: tutti gli esseri umani salvati nelle acque del Mediterraneo saranno considerati dei naufraghi e, come tali, stando alle leggi del mare, dovranno essere sbarcati nel porto sicuro più vicino. Un cambio di prospettiva questo che spaventa soprattutto la piccola isola di Malta, che potrebbe trovarsi a gestire l’accoglienza di migliaia di profughi. Con Triton la situazione era ben diversa. L’accordo prevedeva che i migranti salvati in mare, nell’ambito del dispositivo Frontex, dovessero essere tutti accompagnati in Italia. Un cambiamento questo fortemente voluto dal Ministro dell’interno italiano Marco Minniti. Sempre a proposito delle posizioni assunte dal Viminale, il Ministero ha corretto la notizia diffusa dal quotidiano inglese Guardian, per il quale, secondo l’Interpol, esisterebbero 50 presunti terroristi tunisini, i cui nomi sono contenuti in una lista, sbarcati sulle coste italiane e ora in giro per l’Europa. Per il nostro dicastero a questo allarme non esisterebbe alcun riscontro. Questo non significa che i nostri apparati di sicurezza non siano consapevoli di un rischio che è concreto e lo stesso Minniti ha più volte ripetuto che, se fino a un anno fa, era impensabile trovare presunti terroristi sui barconi, oggi, con la sconfitta dell’Isis in Siria e in Iraq, la possibilità non può essere scartata. Tra dichiarazioni, allarmi e smentite una cosa è certa: continua a crescere in questi mesi il numero di persone che fuggono da una Tunisia piagata da una gravissima crisi economica.