La vestizione dura 15 minuti e si fa in due, perché così ci si controlla meglio. Il dottor Valente ha sbagliato a indossare gli occhiali, l'infermiere gli dice di metterli sopra la cuffia. Indossiamo dei guanti più lunghi, sopra mettiamo il polsino della tuta, poi sopra, e quindi è la pelle, mettiamo il gel alcolico. Ogni guanto che indossiamo ci si friziona le mani con il gel alcolico e si mette poi un secondo paio di guanti. Quando si entra all'interno della zona gialla, si indossa il terzo paio di guanti. A mano, a mano si sfilano e si rinfilano a seconda delle procedure assistenziali. Una delle criticità interne è la sensibilità al prelievo, ovviamente, soprattutto degli infermieri. Ma questa è la protezione che bisogna usare per la nostra sicurezza. Le tute che noi abbiamo non hanno il piede. Quindi bisogna coprirsi con dei calzari lunghi e poi mettere delle sovra scarpe impermeabili. Qualora ci fossero degli spandimenti di liquidi biologici, per evitare ovviamente che vengano a contatto. Lavorare in questo reparto, senza poter bere né mangiare né fare altro durante il proprio turno, è un motivo di orgoglio per chi è qui. È stato necessario costruire anche una modalità nuova dal punto di vista comunicativo con le famiglie dei malati, per dare loro quotidianamente delle informazioni sullo stato di salute dei loro congiunti. Le persone si sentono come dire, seguite e quindi ripeto, il livello di ringraziamento è molto alto. Dieci posti in terapia intensiva, venti in sub con il programma di ampliare la disponibilità fino a 70 posti. Quattro piani, sette giorni, 100 operatori. Il 20 Marzo l'ospedale San Filippo Neri non era tra gli ospedali Covid a Roma. Il 28 aveva il suo reparto Covid con i percorsi separati. Quello giallo e quello blu per distinguere le zone pulite dalle zone infette. Quella mattina non era facile condividere con loro questo momento storico di un ospedale che sette anni fa doveva chiudere, che ha fatto un percorso importante negli ultimi cinque anni di rilancio, di rimotivazione, di riorganizzazione e quindi si sono fatti trovare pronti. Devo dire, nessuno si è tirato indietro. Sono ricoverati nel reparto di riabilitazione i due cinesi qui dal 19 Marzo, sono ricoverati nelle stanze al terzo piano di questo padiglione. Sono arrivati qui dallo Spallanzani. Sappiamo che sono i primi due pazienti di Covid, i primi due cinesi, la coppia che si è ammalata, qui a Roma ed è stata a lungo nella terapia intensiva dello Spallanzani e poi arrivata qui per la riabilitazione.