Eroi civili: Daniela Di Fiore, professoressa in ospedale

14 nov 2021
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Questa è la sala professori, questo è il nostro registro dove la mattina noi firmiamo. Noi siamo un po' come una finestra che si apre, quando entriamo nei reparti siamo la loro finestra sul mondo perché poi i ragazzi vogliono sentirsi uguali agli altri, normali, e la scuola deve dare proprio questa normalità". Quando è entrata al Gemelli con il registro in mano 11 anni fa, si aspettava ragazzi pieni di rabbia contro il mondo intero. Invece ha conosciuto ragazzi forti, coraggiosi, determinati, cresciuti di punto in bianco di fronte a malattie più grandi di loro. " Loro hanno questo sorriso che ti riempie e grazie sia a loro che la famiglia. Le famiglie spesso ti ringraziano per lavoro che fai e poi fondamentalmente lo dico sempre che non sono una volontaria, io sono un'insegnante e vengo anche retribuita per questo lavoro. Il venerdì, noi facciamo lezione da lunedì al venerdì, quindi il venerdì quando finiamo la lezione ti dicono sempre buon weekend. Come se ti volessero augurare di... scusate. Pure io, ho questa defaillance. Loro veramente ti insegnano proprio il senso della vita, del vissuto. Io dico sempre con una bussola, che ti orienta". Così è nato Storie di incredibili felicità, un libro che Daniela ha inviato al Presidente della Repubblica. Mattarella ha risposto con 9 lettere, una a lei, le altre otto ciascuna per ogni ragazzo protagonista. Oggi riceve l'Onorificenza al Merito della Repubblica Italiana per l'impegno la passione nel suo lavoro. "Loro hanno questa forza, questo coraggio di affrontare anche tutta una serie, non solo la malattia, la chemioterapia, pure tutta una serie di esami, il pic, tutti gli effetti collaterali, cioè loro comunque li affrontano in un certo modo". Lei lo chiama D10, in questo reparto negli anni ha conosciuto e insegnato a tanti ragazzi. Alcuni li ha persi, una mattina ha trovato i loro letti vuoti, ne parla come fossero i figli che non ha mai avuto è dura dice e non riesci a fartene una ragione, ma. "Ho fatto gli esami di maturità come membro esterno per cui quando poi rientro a scuola c'è questa emozione, di rivedere la classe e i ragazzi però no, assolutamente no, non credo che ritornerei in una scuola cosiddetta normale.

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