Farmaci omeopatici, tra dubbi e smentite sull'efficacia

18 nov 2019
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“Io qualche volta mi alzo la mattina, mi guardo allo specchio e dico “ma sarà vero? ma sarà vero? ma sarà vero?”, perché ci penso, ci ripenso, ci ripenso continuamente”. “Lei è un dottore?” “Accidenti, certo! Io mi sono laureato in medicina e chirurgia. Io sono un medico che utilizza l'omeopatia. Questa è la mia specialità di Nefrologia che ho conseguito a Bologna. Per fare questa devi per forza essere un medico. Questi in realtà sono tutti diplomi delle medicine non convenzionali perlopiù”. Nelle Università italiane ci sono vari corsi di medicine non convenzionali, prima fra tutte l'omeopatia, la seconda medicina pratica al mondo, nata tra il Settecento e l'Ottocento, sulla cui efficacia non esistono prove scientifiche. “Molti nostri colleghi pensano di arrivare in un corso di questo tipo e di sentire cose del tipo: signori, silenzio un attimo, sentite l'energia che scorre...”, invece non c'è niente di tutto questo. Magari si parte con una tipizzazione linfocitaria o con un ripasso sul Ciclo di Krebs”. “Non è una cosa da fricchettoni?”. “No, no, proprio no”. Il fatto è che ci sono delle leggi della fisica e della chimica, finora incontestabili, che dicono che dentro a moltissimi farmaci omeopatici non c'è nulla se non acqua e zucchero. Ecco come nasce un farmaco omeopatico. Si prende una goccia di tintura madre di qualsiasi sostanza e la si diluisce in 99 gocce di acqua. La sostanza è ora presente all'1% nella diluizione chiamata CH1. Da qui si inizia. Una goccia di CH1 in 99 di acqua e si ha la CH2. Da qui una goccia in altre 99 di acqua per la CH3 e così via. La quantità di principio attivo presente diminuisce in maniera esponenziale fino alla CH12. Da qui in avanti non è più scientificamente possibile che ci sia nemmeno una molecola di principio attivo. Eppure i farmaci omeopatici in commercio vanno avanti anche oltre la trentesima diluizione. “Diluisce oggi, diluisce domani, qui dentro non abbiamo più niente”. “Esatto”. “Quello che c'è in realtà lo stiamo studiando, non ha idea di quanto lo stiamo studiando, e probabilmente esistono dei nano-aggreganti di particelle”. “Facciamo l'esempio pratico. Qui c'è polline alla 30CH. Se volessimo assumere una molecola di polline, dovremmo bere 2 milioni di volte gli oceani esistenti sul pianeta Terra”. “Quindi lei non ci crede”. “Io non è che non ci credo, io ho studiato, ho studiato medicina, ho studiato scienze, faccio il medico. L'omeopatia si basa su riti magici, nasce nell'Ottocento e nell'Ottocento esistevano gli stregoni”. Non ci sono però solo le diluizioni. Per essere efficace, secondo l'omeopatia classica, il preparato doveva essere dinamizzato ossia sbattuto con vigore per cento volte su una Bibbia rilegata in cuoio. Era il 1800. Oggi questi farmaci vengono prodotti in aziende certificate e con macchinari all'avanguardia. “La dinamizzazione è un processo che consiste nello scuotimento della soluzione utilizzando apparecchiature convalidate”. “Non con la Bibbia quindi”. “Siamo nel 2019”. “E' la diluizione stessa che è il principio attivo, quindi il principio attivo che è stato diluito e dinamizzato rappresenta il componente attivo del nostro medicinale”. La Guna è la più grande azienda di farmaci omeopatici in Italia. “Guna è un'officina farmaceutica a tutti gli effetti, autorizzata dall'Agenzia Italiana del Farmaco come tutte le aziende farmaceutiche”.

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