No, oggi non ce la facciamo, speriamo domani. Oggi, iniziamo a fare un po' di pulizie, prepariamo un po' di linea e poi vediamo, man mano che si riapre, vediamo come comportarci. È come ricominciare da zero. Si riapre pian piano, con cautela, tutti a lavoro per sanificare, per allinearsi alle nuove norme di sicurezza, anti Covid-19. Nei ristoranti intorno all'Arco della Pace, a Milano, nei locali che raccolgono turisti, impiegati e professionisti, i tavoli che in era anti Covid erano pieni, ora sono vuoti. Il pranzo sicuramente è molto penalizzato, essendo chiusi tutti gli uffici. E poi, non ci sono ancora delle regole chiare, non si capiscono, ieri pomeriggio è uscita la Regione con delle cose semplici, ma ci siamo informati e non capiamo ancora il distanziamento, un metro da dove deve partire, se dal naso, o se una volta che sei appoggiato al tavolo o invece sei sullo schienale della sedia. La gente ha paura, ho sentito parlare anche i colleghi, hanno paura delle multe e anche questa responsabilità che hai nei confronti del Covid. A quel punto, ti chiudono il locale, l'immagine è rovinata perché poi i clienti dicono “No, attenzione che lì c'è il Covid”. Tutto è una confusione, in questo momento, tantissimi non aprono per questo motivo. Il volto e ideatore della protesta, flash mob, sotto l'Arco della Pace, tante sedie vuote, spiega le difficoltà nella riapertura, tra paure, enormi difficoltà economiche e possibili responsabilità penali, tanti non riescono a riaprire; altri ci provano, non senza difficoltà, ma l'importante è riaprire. Questo è un termometro, siamo stati stamattina a comprarlo perché questa notte c'è stata comunicata l'obbligatorietà di usarlo. Siamo dovuti andare a prenderlo in Provincia di Milano perché nessuno ne aveva. Oggi, secondo me, non bisogna pensare a quello che era ieri, oggi è una nuova vita, altrimenti è retorica. Si riparte, si vede quello che abbiamo e si fa di necessità virtù.