"Riconosciuta la continuazione tra i capi in contestazione ritenuto più grave il capo su uno e riconosciute le aggravanti contestate l'imputato venga condannato alla pena dell'ergastolo. Preciso che non chiedo venga applicato l'isolamento diurno e attuando quello che è l'orientamento più rigoroso della Cassazione che richiede che in concreto debba essere accertato che i reati messi in continuazione produrrebbero un aumento di pena superiore ai cinque anni, non credo sia questo il caso e quindi non c'è una richiesta in tal senso". Filippo Turetta ascolta impassibile le parole pronunciate dal Pubblico Ministero "Ergastolo senza isolamento diurno", la richiesta di condanna formulata ai Giudici della Corte d'Assise di Venezia per il 22 enne reo confesso dell'omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l'11 novembre 2023. Nel corso della lunga requisitoria il PM Andrea Petroni ricostruisce la vicenda della giovane studentessa assassinata, ripercorrendo i mesi della relazione difficile tra Giulia e Filippo fino al giorno del delitto. Turetta è accusato di omicidio volontario, aggravato dalla crudeltà e dalla premeditazione, sequestro di persona, stalking e occultamento di cadavere. "L'omicidio è stato l'ultimo atto della persecuzione attuata dall'imputato nei confronti della vittima", sottolinea l'accusa evidenziando in particolare le migliaia di messaggi inviati da Turetta all'ex fidanzata. Un'ossessione alimentata con minacce, insulti, pedinamenti e comportamenti manipolatori. "L'ha torturata emotivamente e l'ha uccisa, Filippo Turetta ha commesso un delitto con una spietatezza e crudeltà che non meritano trattamenti premiali", commenta il legale di parte civile della famiglia Cecchettin. La parola passerà ora alla difesa, la sentenza il 3 dicembre prossimo.