Femminicidio, la storia di Florencia e gli "orfani speciali"

24 nov 2022
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"Me l'ha sempre detto, dal 2006 più o meno, quando erano iniziati i problemi, che avrebbe ucciso la mamma. La minacciava perché la perseguitava, mia mamma non poteva uscire tranquilla cioè neanche andare a lavorare". Aveva 12 anni Florenzia, quando sua madre Antonia è morta, uccisa, accerteranno poi le indagini, dall'uomo con cui aveva avuto una relazione. Lei lo aveva lasciato dopo aver avuto da lui un figlio, quando aveva scoperto che lui le aveva sempre nascosto una ex moglie e un'altra relazione parallela. "E io ricordo, vabbè, mia mamma felice fino alla nascita di mio fratello, mi capita di dire che mia mamma è morta da quando ha scoperto la verità". Sono passati 10 anni. Oggi Florenzia ha un marito, vive con lui e con sua nonna materna in Toscana, lontano da dove tutto è avvenuto ma in mezzo ci sono stati tempi difficili. "Abbiamo continuato a stare lì in quella casa perché io dovevo finire la seconda media". Finito l'anno a scuola, gli assistenti sociali mandano lei e il fratello minore prima da una zia in Toscana, poi in una casa famiglia. Da li Florenzia si sposterà ancora, prima in Argentina, dove è nata, mentre il fratello minore accolto dalla famiglia affidataria dove tuttora vive, poi in Italia di nuovo a Milano, da un'altra Zia, poi a casa di un'amica, e dal 2019 ancora in Toscana con sua nonna. Durante la pandemia nasce il gruppo "Noi orfani speciali" "Il mio scopo era quello di cercare di condividere il dolore, cioè di non affrontare il dolore da soli, perché non è sempre semplice stare da soli in queste situazioni, fare tutto da soli in queste situazioni". "Anche nei casi di tanti orfani che ho incontrato è stato il padre ad uccidere la madre, e quindi loro in quel caso lì, si sono ritrovati a perdere due figure genitoriali, loro diciamo che a differenza mia, hanno subito una doppia perdita". "Oggi", dice "Rispetto a 10 anni fa le cose sono migliorate, sì, ma fino a un certo punto". "C'è più rete, ma non c'è più attenzione, esistono più numeri di telefono a cui potersi rivolgere, più centri antiviolenza, più persone cui chiedere aiuto, ma l'aiuto concreto non viene dato". "Non tutti riescono a darti l'aiuto di cui tu necessiti, io per esempio ho bisogno da parte dello Stato di un aiuto economico, un aiuto scolastico, per andare avanti. Tipo ad esempio l'altro giorno mi scrive una ragazza e mi fa: Flo ho bisogno di una psicologa, faccio da tramite così cerchiamo di aiutare più persone, ci sentiamo visibili".

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