Giovani, tanti bambini e anziani, migranti, nuovi italiani, senza fissa dimora, persone di religioni diverse in piazza per far festa in questo caldo ferragosto e per dimostrare che vivere insieme mille diversità è possibile. La cocomerata dell'integrazione, consueto appuntamento voluto dalla comunità di Sant'Egidio, passa per Roma, Milano, Genova, Napoli, Catania, un'iniziativa che vuole essere il modo per stare accanto a chi è solo in una città a disposizione di pochi romani e di tanti turisti, ma anche per dire che un futuro migliore per l'intero Paese si può costruire, a partire da qui. “Stare insieme, appunto, è una bella occasione per conoscersi, fare festa insieme, vincere la solitudine e l'isolamento e aprirsi anche alle nuove culture, alle persone che sono qui fra noi e che hanno tanto da offrirci. In questo gli anziani possono essere un collante per la nostra società perché conoscono la nostra storia, sanno da dove veniamo, sanno le difficoltà, per esempio, che si vivono nella guerra e, quindi, a volte sono anche più disponibili ad accogliere le persone che arrivano ora.” Imparare a conoscersi, vivere insieme, condividere anche brevi momenti di serenità è una possibilità, un'occasione per una società chiusa nella paura di chi è diverso da noi. “Le occasioni come queste servono. E' fondamentale perché con questo riusciamo a stare tutti insieme e non sentire la differenza e combattere i muri con sopra i ponti.” Ma chiusa anche nella solitudine di tanti. “Ci animano anche a noi e qualche volta siamo un po' più di morale o che, loro ci aiutano. Insomma, belle cose veramente!” “Per dare una dimostrazione che gli immigrati sono fratelli, né più né meno come tante altre persone.” Insieme per lanciare un segnale forte e importante contro la violenza e il razzismo, di cui i più deboli diventano obiettivo e perché ogni giorno si sentano meno soli e meno fragili.