Un blitz nella notte e un leone sbarca tra i leoni di Piazza della Signoria. Gli altri a protezione, questo di Francesco Vezzoli, artista che rielabora la classicità, in fase di agguato. Rappresenta la cancel culture. "Io su tutti i discorsi dell'inclusività, in quanto omosessuale chiaramente verso la comunità LGBTQ+, avendo poi studiato tutti questi argomenti dall'inizio della mia esplorazione artistica, non potrei essere che supportivo e inclusivo e partecipe tra l'altro, magari anche protagonista. Però, devo dire, in quanto persona che ha passato la sua vita anche studiando i greci ed i romani, questo attacco alla classicità proprio non lo capisco, anzi devo dire lo trovo un po' in conflitto, diciamo, con le istanze libertarie e di apertura che il mondo sta cercando. Dentro la classicità c'è libertà, c'è apertura intellettuale e nelle università si studia ancora il diritto romano". Il progetto prevede una seconda scultura, posizionata nello studiolo di Francesco Primo a Palazzo Vecchio. Una testa metafisica - qui il riferimento è De Chirico - su una toga romana. Di Vezzoli si è parlato quest'estate. Come tanti artisti prima di lui, un nome su tutti Andy Warhol, si è occupato della copertina di un disco di Fedez, Berti e Lauro. "Diamo due risposte. Una affettiva, che è l'amicizia e la stima verso Chiara e Federico che, secondo me, uniscono la loro identità pubblica a delle battaglie civili, diciamo, che io al 100% sottoscrivo. Quella, diciamo, più intellettuale se vogliamo, è che io mi diverto molto a vedere sui telefonini di tutti l'icona della mia copertina".