Doveva essere una chat segreta, nata per gioco, forse per dare un senso all’estate, o forse per quel desiderio di sentirsi donne che tanti adolescenti hanno, o ancora per una pura e semplice esigenza di condividere. Certo è che per una sessantina di liceali di Modena e Reggio-Emilia quello scambio virtuale si è rivelato un incubo. L’ennesima storia di privacy violata che vede protagonisti e vittime decine di minorenni. Tutto comincia lo scorso luglio quando le giovani in questione decidono di creare su whatsapp un contenitore di immagini molto, molto privato. Parliamo di centinaia di selfie hot, fotografie senza veli, video in pose sexy ed ammiccanti, confessioni intime che le ragazze pubblicavano in chat sicure di non correre rischi, sicure che tutto sarebbe rimasto lì, tra loro. Invece no, lo scottante materiale proprio in questi giorni ha cominciato a circolare tra i compagni di scuola e le stesse liceali poco dopo hanno scoperto che le immagini erano già sul web con la consueta fulminea velocità che ben conosciamo e che non perdona. Il sospetto è che una delle ragazze abbia tradito la fiducia del gruppo passando le foto ad un amico che avrebbe ammesso di averle salvate sul computer giurando però di non averle mai diffuse in rete, anzi attribuendo la responsabilità di tutto ad un hacker. Il fidanzato di un’altra delle giovani, appresa la storia, ha contattato subito un’associazione antipedofilia col risultato che a breve gli scatti saranno rimossi dalla polizia postale. Speriamo molto a breve, comunque prima che la paura e la vergogna possano averla vinta.