Nel suo cellulare gli uomini della DIGOS di Genova e del Servizio contrasto dell’estremismo e del terrorismo esterno dell’UCIGOS hanno trovato istruzioni per azionare ordigni esplosivi con vecchi cellulari, video di azioni suicide e testamenti di attentatori prima di immolarsi, ma anche tracce di comunicazioni effettuate tramite WhatsApp e Telegram, che lasciano supporre l’esistenza di un mandato che l’uomo avrebbe dovuto assolvere in Italia. Tra i gruppi di cui faceva parte, uno si chiama “I lupi solitari” ed è composto da soli otto membri. Si chiama Nabil Benamir ed è ritenuto dagli inquirenti un esponente di rilievo dello Stato islamico, ritornato in Europa con l’obiettivo di addestrare altri membri dell’Isis alla fabbricazione e all’utilizzo di esplosivi. Un soggetto altamente pericoloso, già noto alle nostre forze dell’ordine da diverso tempo. La sua individuazione è il risultato, infatti, del lavoro di un network investigativo internazionale che ha coinvolto gli uffici anti-terrorismo della Polizia di Stato, in coordinamento con l’AISI, la polizia olandese, l’Europol e l’FBI statunitense, al termine di un’operazione denominata “Over the Web”. Benamir si trova in carcere a Genova da agosto, quando venne arrestato per lesioni dolose e maltrattamenti, dopo che aveva aggredito la sua compagna, all’epoca incinta. Le indagini su di lui, però, a quel punto non si sono fermate. Anzi, dall’analisi del suo profilo e dei suoi contatti social è emerso un quadro particolarmente preoccupante e ramificato. L’uomo ora deve rispondere di appartenenza all’organizzazione terroristica dello Stato islamico.