"Le condotte degli indagati sono gravemente minatorie della sicurezza degli utenti della strada". Lo scrive il GIP nell'ordinanza di custodia cautelare per presunte false relazioni, effettuate su alcuni viadotti della rete autostradale italiana. In particolare il viadotto Pecetti sull'A26 Genova-Gravellona Toce e il viadotto Paolillo sulla Napoli-Canosa. Accuse pesanti nei confronti di dirigenti e tecnici di Autostrade per l'Italia e SPEA, la società che si occupa di monitoraggio e controlli della rete autostradale. Sono nove le misure cautelari, tre arresti e sei misure restrittive. È un'inchiesta bis, questa, che è nata dall'esame dei documenti inerenti alla gestione e alla manutenzione del ponte Morandi. Secondo l'accusa, anche dopo la tragedia, i tecnici di Autostrade e SPEA, avrebbero continuato ad ammorbidire i risultati delle misurazioni sullo stato di salute dei ponti in questione. "Alcuni", si legge nelle carte del GIP, "avrebbero dimostrato una assoluta spregiudicatezza a compiere attività per contrastare le indagini, come cancellare file o ancora usare un disturbatore di frequenza per non farsi intercettare". Nell'inchiesta erano finiti anche altri ponti, come il Sei Luci, sempre nel capoluogo ligure, il Moro, vicino a Pescara, e il Gargassa a Rossiglione. "I viadotti sono sicuri", conferma ancora una volta Autostrade, che mostra in queste immagini, lo stato del Paolillo, il ponticello di 11 metri, completamente restaurato. Secondo la Società, sui viadotti Pecetti e Paolillo, gli interventi di manutenzione sono stati conclusi diversi mesi fa e "in alcun caso", si legge in una nota, "è stato riscontrato alcun problema riguardante la sicurezza".