Gruppi WhatsApp di classe, arrivano i corsi per genitori

12 ott 2016
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Arrivano i corsi per mamme e papà all’interno delle scuole per un uso corretto dei gruppi di classe su WhatsApp. Dalle regole più elementari su questioni di privacy e tutela dell’anonimato dei bambini, ai consigli per evitare i litigi tra mamme. Sì, perché sono sempre più numerosi i casi di utilizzo inappropriato del mezzo da parte dei genitori. Dal nido alle scuole medie, il fenomeno coinvolge tutte le famiglie. Il rischio abuso è dietro l’angolo. A denunciarlo sono i presidi e gli insegnanti, che reclamano il recupero del rapporto diretto scuola-famiglia per affrontare i problemi di natura scolastica. “Se c’è qualcosa che non va, io sono sempre disponibile e mi piace – ripeto – il faccia a faccia, perché ci si chiarisce meglio”. “Fare riferimento in chat al rendimento dei bambini o a episodi accaduti in classe può essere dannoso”, denunciano sempre più spesso docenti e dirigenti scolastici. Come dovrebbe essere assolutamente evitata la critica all’operato degli insegnanti, argomenti che sarebbe opportuno affrontare con loro, richiedendo un incontro tra le mura scolastiche. “Spesso questi gruppi, al di là di quello che può essere il momento contingente, tirano fuori una sorta di tribunale sommario, anche fuori contesto, nel senso che raccontano esperienze della comunità educante della scuola senza averne una conoscenza diretta, perché non sono in classe”. Nato come strumento di comunicazione immediata, finisce spesso per sconfinare in litigi e commenti al veleno, che a volte non risparmiano nemmeno i bambini. Se quasi tutti, infatti, concordano sull’utilità assoluta dei gruppi di classe su WhatsApp, sono sempre più numerosi i genitori che si lamentano delle continue notifiche, che si protraggono spesso fino a tarda sera, dello spamming, dei commenti inappropriati che fanno sovente scattare un clima di rivalità e di rancore tra adulti. Il dito è puntato quasi sempre sulle mamme. Più attenti, invece, i papà, che si limitano ad un uso mediamente più parco del mezzo, limitandone l’utilizzo per lo più a comunicazioni di servizio. “La chat di classe è utile se si danno informazioni di servizio e non dire cosa si è mangiato a pranzo”. Ma i papà sono anche quelli che nella chat di classe spesso non ci vogliono stare, scaricando volentieri sulle mogli l’onere di esserci.

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