Il giallo di Caronia, nuovi esami sui resti del bambino

01 set 2020
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Vigili del fuoco, Polizia scientifica e unità cinofile tornano ad inoltrarsi nei sentieri tra la fitta vegetazione della macchia mediterranea, come fanno ogni giorno, ormai da settimane, armati di attrezzi e strumenti per scavare e cercare le tracce che possano dare le risposte ancora mancanti, a quasi un mese dall'inizio di un giallo che sembra senza soluzione. Come sono morti Viviana e Gioele? E quando? La mamma, DJ torinese da quasi vent'anni in Sicilia, ritrovata senza vita a 5 giorni dalla scomparsa nei boschi in cui era fuggita con il bimbo in braccio a poche centinaia di metri dall'autostrada in cui, dopo un incidente, aveva abbandonato l'auto. Il corpo del figlioletto di appena 4 anni recuperato solo 11 giorni più tardi, grazie ad uno dei tanti volontari accorsi sul posto, rispondendo all'appello del padre. Rimasto però troppo tempo all'aperto e in balia degli animali perché l'autopsia possa rivelare elementi utili. E così si continua a cercare nel bosco che nasconde ancora tanti misteri e si continuerà finché non arriveranno le risposte. Rilievi, sopralluoghi e ancora esami scientifici. Nel laboratorio di geologia forense dell'Università di Messina dai resti del bambino vengono estratti granelli di terra per accertare la compatibilità con il terriccio prelevato dalla zona del ritrovamento, per capire se Gioele sia morto dove è stato trovato e perché fosse lontano dal corpo della mamma. Poche centinaia di metri, separati però da una vegetazione così fitta da risultare per gli esseri umani impenetrabile.

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