Le carcasse nere si trovano un po' ovunque nel Carso, dove il fuoco si è propagato per settimane. Siccità e Bora, il vento forte che sempre soffia, hanno alimentato i roghi nelle province di Trieste e Gorizia e fino alla Slovenia, dove i danni sono stati più ingenti. Il fuoco ha minacciato le case, stazioni di servizio come questa, a Duino, che ha rischiato di scomparire, evacuate insieme ad un campeggio e un grande supermercato nei giorni scorsi, quando anche ferrovia e autostrada sono state chiuse, di fatto isolando Trieste. Poi una pioggia forte ha inibito gli ultimi incendi. "Parte un incendio al giorno quasi, se non a Duino Aurisina in altre zone del Carso, in Slovenia. È una situazione ingestibile considerato il meteo e la siccità. La pioggia che non arriva non si vedeva da un mese e mezzo più o meno. Ecco, tutta una serie di fatti che collegati assieme, portano a un rischio che non abbiamo mai visto". Si avverte ancora l'odore del fuoco in uno dei tanti boschi del Carso che è andato bruciato nonostante il temporale e dove non rimane che questa immagine nera tristemente suggestiva. Il famoso sentiero Rilke, che da Duino si snoda lungo la costa, ha corso un grande rischio, le fiamme sono arrivate anche qui ma sono state sedate. Restano odore, rami spezzati e tante domande su come arginare la schizofrenia climatica associata alla consapevolezza che il fuoco, quasi mai, nasce spontaneamente. "I cambiamenti climatici portano a immaginare situazioni simili anche per il futuro. Quindi ragionare su forme di prevenzione molto migliori di quello che erano quelle che non fino ad oggi, quindi piste taglia fuoco nel bosco, protezione della ferrovia che dev'essere ben diversa da quello che vediamo oggi, e un monitoraggio anche su quelli che potrebbero essere gli inneschi dolosi.".