Continua a bruciare l'Italia al centro nord, in particolare a causa del gran caldo. Mentre aumenta il fumo provocato dalla combustione di centinaia di ettari di bosco in fiamme, in alcune zone si registrano livelli di PM 10 elevatissimi. La situazione sul Carso resta difficile, l'attività dei Vigili del Fuoco dell'intero Friuli Venezia Giulia, insieme con i colleghi sloveni, la guardia forestale, la Protezione Civile è proseguita per tutta la notte nel tentativo di domare le fiamme. Blindata la città di Monfalcone, dove si sono registrati picchi di PM10 di 1600 microgrammi per metrocubo sul limite di 50. Tanto che la popolazione, è stata invitata a restare a casa, uscire solo indossando le mascherine. Resta chiusa l'autostrada A4, nel tratto interessato dall'incendio divampato sul Carso, al momento non ci sono le condizioni di sicurezza per la riapertura. Fa sapere la concessionaria e autostradale Autovie Venete. Evacuate una ventina di abitazioni a Doberdò del Lago. A innescare l'incendio poi estesosi, stando ad una prima valutazione, potrebbero essere state le scintille della frenata di un treno, la vegetazione secca avrebbe poi alimentato il fuoco. Critica la situazione anche in Versilia, a causa del rogo divampato a Massarosa nella frazione di Bozzano, e poi è arrivato interessare anche il territorio del comune di Camaiore. L'incendio, è stato diviso in settori, stabilendo priorità di intervento legate alla prossimità alle fiamme delle abitazioni, o alla presenza di combustibile GPL che potrebbe generare un nuovo fronte. Centinaia di persone sono state evacuate, sette i Canadair in azione, oltre a 4 elicotteri e 25 squadre di volontariato antincendio, operai forestali. In poche ore nella zona, sono andati bruciati già 560 ettari, perlopiù di boschi e di uliveti. Incendi in queste ore si registrano anche sulle colline di Vecchiano a Pisa, nella zona di Messina in Sicilia. Un danno complessivo al patrimonio boschivo italiano per rimediare al quale, secondo la Coldiretti, ci vorranno fino a 15 anni.