Peggio di così non poteva andare, un disastro questo qua, mai visto, mai visto, non riesco neanche a entrare con il trattore qua, non riesco a fare nulla. In questo periodo avrebbe dovuto iniziare la potatura del frutteto, oggi invece Manuele Masi può solo constatare i danni alla sua azienda travolta dall'inondazione per la rottura dell'argine del Panaro. Oggi è il primo giorno che riesco ad arrivare qua, c'era un metro e mezzo d'acqua almeno. 20 ettari di terreno, piante di pere e campi seminati, dopo 40 anni di lavoro è a rischio il futuro dell'attività. L'acqua che ristagna porta danno perché le piante muoiono, asfissia nelle piante, non fanno gemme, praticante sono piante buttare dopo. Siamo sui 5, 6, 700000 euro di danno. Confagricoltura chiede maggiori risorse per la cura del territorio. Occorre investire intanto nella protezione di queste aziende, attraverso la cura degli argini molto più attenta, abbiamo più volte, come Confagricoltura ha ribadito, che occorre combattere le nutrie, gli istrici, c'è un danno economico per questa zona agricola molto importante e speriamo che ci sia un'attenzione da parte del Governo e delle istituzioni, perché queste aziende altrimenti non trovano le risorse per tenere in piedi le loro attività, che è fondamentale per questo territorio. L'inondazione delle campagne di Castelfranco Emilia ha soltanto lambito questo allevamento di suini, gli animali non avrebbero avuto scampo, mentre a Nonantola la situazione è questa. Questo è un campo di grano che io ho seminato a fine ottobre, i primi di novembre, adesso ci saranno 70, 80 centimetri d'acqua. I nostri governanti prendano dei provvedimenti, perché così non si può andare, non si può ogni 7, 8 anni andare sott'acqua, non si può, una catastrofe del genere dopo non si riesce più a stare sul mercato, non si riesce in più ninete, cosa fa la gente, dopo fai il disoccupato, cosa vuole che le dica.