Intervista a Carlo Rebellin, il fratello di Davide

01 dic 2022
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Conoscendo mio fratello, un ciclista professionista, che è da 40 anni che va in bici, che fa queste strade da una vita sicuramente deve essere stato un incidente inevitabile. C'è una cosa proprio quel secondo fatale insomma, e soprattutto anche in prossimità di una rotonda penso che abbia avuto le dovute attenzioni. È stato proprio una cosa si improvvisa. Insomma, un errore del camionista penso, guardando un po' le dinamiche così che il camion, teoricamente, per uscire dal parcheggio dove è entrato doveva ripassare di fianco, penso che se non l'ha visto quando è successo il fatto, l'avrà visto sicuramente quando è andato via, dopo. Io non me la sento di accusare nessuno finché non ci sono delle prove certe, cioè, siamo tutti degli autisti, siamo tutti. Anch'io sono in bici per le strade, cioè delle situazioni in Italia purtroppo, anche penso nel resto d'Europa, traffico è sempre critica. È vero ci sono le piste ciclabili e ci sono tutte però in quel tratto li innanzitutto non c'è. È una strada che doveva percorrere per tornare verso casa. Si può fare anche vedo anche su i social molte polemiche sui ciclisti che non rispettano le piste ciclabili, roba, però io non la vedo così. Sarò io un ciclista però ci deve essere rispetto anche per la gente che c'è in strada insomma. Il buon senso deve essere del ciclista ma anche di chi guida, di chi è nelle strade.

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