Balata, in siciliano lastra di marmo, come quelle scoperte sul pavimento di questo locale sotto la moquette di un ex negozio di abbigliamento. Francesco Carnevale ha investito tutto su questo ristorante come tanti imprenditori invogliati ad aprire un'attività nel centro storico, rinato grazie ai flussi turistici in aumento esponenziale negli ultimi anni, fino al periodo record di Palermo capitale della cultura. Il settore è fragile e quindi rischia un'ecatombe. Le realtà un po' più solide possono sopravvivere, però la mia preoccupazione è che magari Balata sopravvive, però è un ramo del tessuto tessuto. E se muore il distretto finisce la capacità attrattiva del territorio. Io sono convinto che questa rinascita è semplicemente posticipata. Il problema è arrivare vivi e solidi e forti alla ripresa. In omaggio alla tradizione siciliana, la Vucciria dipinta da Igor Scalisi Palminteri, una luminaria di Domenico Pellegrino e sullo sfondo, 18000 spighe di grano. Noi siamo specializzati nei grani duri siciliani. Quindi abbiamo solo pasta fresca e pensavamo di poter portare la nostra esperienza sui grani duri anche sui macinati, sulle farine, sulla pizza. Abbiamo pensato di aprire anche un angolo forno. L'abbiamo attivato il primo marzo, poi il due abbiamo chiuso. Non siamo mai riusciti a servire neanche una pizza al tavolo. Se il passato recente si è rivelato beffardo, il futuro è quanto mai incerto. Abbiamo bisogno di informazioni chiare, di date non ballerine, abbiamo bisogno di protocolli igienico-sanitari e di supporto da tutti i livelli istituzionali. Dobbiamo richiamare la politica alle sue responsabilità, deve aiutarci perché da soli non ce la si fa, ma non basta. Non basta aspettare che uno Stato possa sussidiarti per un anno finchè non finisce l'epidemia perché non è sostenibile. Devi anche ricordarti che sei una cellula dentro un sistema, devi anche svolgere una funzione sociale, devi difendere il posto di lavoro dei tuoi dipendenti. Se crolla la Partita Iva crolla il sistema Paese, il disastro sarebbe totale.