Le brandine in cortile sono vuote, a terra restano le coperte usate dagli ospiti del centro, che non trovavano posto all'interno, quando qui, fino a qualche giorno fa, c'erano migliaia di persone. Ora l'hotspot del Viminale è quasi vuoto, si procede con la sanificazione degli ambienti, arrivano le scorte di acqua e cibo. Mentre quasi 200 persone, tra cui 120 minori soli, attendono il loro turno per essere trasferite. Più di 1.000 hanno lasciato l'isola nelle ultime 24 ore a bordo di aerei e navi militari e con i traghetti di linea, altri 3mila all'inizio della settimana. Mentre sulle spiagge e le calette riparate dal vento, ancora tanti turisti si godono la vacanza, il mare mosso al largo delle coste africane, ha rallentato le partenze e concesso una tregua a militari e soccorritori impegnati in un numero molto più ridotto di operazioni di salvataggio rispetto ai giorni scorsi, e in mare hanno recuperato anche il corpo senza vita di uno dei tanti profughi che hanno cercato di raggiungere l'Europa. Sul molo, a scrutare il mare, da alcuni giorni c'è Raschid, arrivato da Roma per avere notizie del fratello Nader, 32enne tunisino, partito con altre 80 persone il 23 agosto da Sfax, su questo peschereccio soccorso dalla Guardia di Finanza il 26, caduto in mare con altri compagni di viaggio, così raccontano alcuni dei naufraghi, ma mai ritrovato, nonostante le motovedette siano tornate più volte a pattugliare la zona. "Dove sta la verità? Mio padre sta sempre al mare, davanti il mare, ad aspettare suo figlio." Ha presentato una denuncia, ha attivato il Consolato tunisino. Attende di avere risposte. "Ma non va bene così. Non lo so, gli stranieri, non c'è un valore qua.".