Entriamo nel carcere di Uta che in questo momento ospita 540 detenuti. Questa è la cella dove vive Tore, da 30 anni in carcere per omicidio, sta scontando l'ergastolo. Lavora in questo laboratorio e tra qualche giorno sarà impiegato nelle cucine. Siamo qui perché oggi viene inaugurato un nuovo programma lavorativo per la rigenerazione dei router. "Oggi con questo progetto raddoppiamo il numero dei dipendenti detenuti che possono lavorare per delle aziende esterne. Un fatto concreto e un fatto altamente simbolico perché anche i detenuti possono essere partecipi e protagonisti della grande innovazione del nostro Paese, attraverso il lavoro e la digitalizzazione e la transizione tecnologica". Sono nove le aziende di telecomunicazioni che partecipano a questo progetto, che coinvolge detenuti nelle attività di ricondizionamento e re-packaging di modem e router. "Ci crediamo moltissimo, è all'interno diciamo di un ambito, di un contesto dei valori di Sky, quindi è molto in linea con quello che già facciamo all'interno del sociale e quindi, siamo pronti a partire in questo ambito di... nell'ambito appunto dell'attività di ricondizionamento e re-packaging dei materiali". Negli ultimi 30 anni il 33% della popolazione detentiva è stata impiegata in lavori socialmente utili. "Magari le nostre lavorazioni domestiche, quelle che attuiamo con i nostri fondi di bilancio non rispecchiano esattamente i principi, i criteri del mondo imprenditoriale esterno. Il problema appunto, è inserirli in una struttura aziendale con dei criteri che poi possano essere utilizzati fuori, quando escono". "Buon lavoro a tutti quanti. Grazie!".