In Piazza del Popolo a Roma, come sugli spalti di Wembley. Uguale la speranza, la sofferenza, uguale la tensione, poi la gioia che esplode al rigore di Saka, parato da Donnarumma. L'Italia è campione d'Europa e qui è tempo di festeggiare. "Siamo campioni d'Europa! Siamo campioni di Europa!". "Non è vero! Non è vero!" "Certo... sono qui apposta per vedere". "È un'emozione molto simile a quella del 2006. È stata diversa, perchè non potevamo abbracciarci come nel 2006, come ha detto Caressa, ci siamo abbracciati al tricolore e ne siamo usciti vincenti". Ci si abbraccia, si salta, nessuno riesce a stare fermo, non si smette di urlare, cantare la felicità e anche l'orgoglio di essere italiani. 53 anni dopo l'Europeo vinto a Roma, quello della monetina e della doppia finale con la Jugoslavia. Contro l'Inghilterra una vittoria difficile, di grande sofferenza e per questo ancora più bella. "È stato un miracolo, un miracolo sportivo. Grazie Mister, grazie ragazzi. Siete riusciti a fare l'impensabile a Wembley, a casa loro". "È una liberazione quasi, un popolo unito che si libera, finalmente!". "Io ero preoccupato, però sinceramente molto, molto fiducioso, che la squadra potesse ribaltare il risultato. E in effetti mi ha dato retta perchè abbiamo veramente dei grandi ragazzi. Dei grandi ragazzi e un grande Tecnico. E sempre forza azzurri!" Le migliaia di persone che hanno affollato questa Piazza, che insieme hanno sofferto e sperato e poi gioito, pian piano vanno via, sotto gli occhi attenti delle Forze dell'Ordine. Intorno una città in festa, la notte è lunga per vivere e rivivere un sogno diventato realtà.