Gli impianti alla raffineria Isab Lukoil di Priolo Gargallo lavorano a pieno ritmo in questo momento, ma il conto alla rovescia per lo stop all'arrivo del petrolio russo è già iniziato. Il 7 novembre partirà l'ultimo carico di greggio diretto in Sicilia, poi inizierà l'embargo e la raffineria rischia lo stop. La Isab Lukoil, una società di fatto italiana, è però controllata dalla casa madre a Mosca. Per questa ragione, dopo l'inizio del conflitto in Ucraina e per il timore delle sanzioni, le banche italiane hanno chiuso le linee di credito costringendo l'impianto di Priolo ad approvvigionarsi di petrolio soltanto dalla Russia. Adesso le istituzioni si stanno muovendo con il Ministro Adolfo Urso che, con una lettera, ha rassicurato gli istituti di credito. La Isab Lukoil infatti non è sottoposta a nessuna sanzione e questo dovrebbe poter fare riaprire le linee di credito e scongiurare quindi la chiusura dell'impianto che da lavoro a 10.000 persone. 2.000 infatti sono i dipendenti della Lukoil a Priolo Gargallo, 8.000 invece quelli delle aziende dell'indotto. La Lukoil è la seconda raffineria più grande d'Italia e la quinta d'Europa. Copre con i suoi prodotti petroliferi lavorati il 20% del fabbisogno del nostro Paese. Il suo stop avrebbe ricadute pesanti dunque non soltanto sul livello occupazione di questa zona. E intanto i sindacati si preparano per una grossa mobilitazione a difesa del lavoro il prossimo 18 novembre a Siracusa.