Giovanni Riina era stato arrestato nel '96, tre anni dopo la cattura del padre, il boss sanguinario Totò Riina, condannato all'ergastolo per le stragi di mafia e per una lunga serie di omicidi e morto nell'ospedale del carcere di Parma nel 2017. Il secondo dei quattro figli del capo di Cosa Nostra, Giovanni Riina classe 1976 che dalle logiche criminali del padre non si è mai dissociato, sta scontando una condanna per omicidio e associazione mafiosa ed è al carcere duro dal 2002. Ma il 41bis non deve essere prorogato, così ha deciso la Cassazione, accogliendo il ricorso presentato da Rina junior e annullando con rinvio uno dei tanti provvedimenti di proroga del regime carcerario duro, sostenendo che le motivazioni sono solo apparenti e non c'è prova che sia al vertice dell'organizzazione. Giovanni Riina potrebbe dunque presto non essere più sottoposto alle stringenti restrizioni previste dal regime carcerario ed essere assegnato alla detenzione comune. Chiederò le carte, metterò la Commissione parlamentare antimafia a difesa del 41bis, dice la presidente della Commissione Chiara Colosimo, perché, dice, la storia criminale di quest'uomo non conosce dissociazioni e il solo cognome incute, ancora oggi, paura e una sorta di pericolosa e aberrante fascinazione. La conclamata e attuale pericolosità mafiosa di Giovanni Riina non consente di abbassare la guardia, commenta Andrea Delmastro, deputato di Fratelli d'Italia e Sottosegretario alla Giustizia, per fronteggiare i non condivisi ragionamenti della Suprema Corte, aggiunge, rappresenteremo tutti gli elementi raccolti dagli investigatori sul ruolo ricoperto da Riina nell'associazione. Per un vizio di forma si consente ad un esponente di spicco di Cosa Nostra di riallacciare i contatti con l'esterno, dice Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. L'attualità del pericolo che rappresentano i capi mafia, aggiunge, non può essere ogni volta riconsiderata senza essere dedotta dalla stessa appartenenza alla mafia dalla quale non ci si è mai dissociati.