"La mia storia spero che sia di incoraggiamento per tante donne. Io ad oggi potevo non essere qua e sono sicura e ne sono consapevole che non sono l'unica. Io se avessi denunciato prima, tutti gli altri episodi magari ora non mi trovavo in questa situazione. Se tu ci passi sopra una volta la prossima volta potresti non esserci più". Yasmina ha 20 anni adesso vive con la sua bimba di circa 1 anno e i suoi genitori. A inizio novembre è finita in ospedale massacrata di botte. Il compagno è accusato di lesioni gravi e maltrattamenti. "Mi hanno ricostruito quasi metà del volto ho avuto e ancora c'ho 2 costole fratturate, ho subito un intervento sotto l'occhio uno vicino al sopracciglio, e un'altro in bocca". L'aggressione si consuma davanti agli occhi della bimba alla quale Yasmina sta dando la pappa. Schiaffi, pugni, calci, mentre lei è a terra. Inutili i suoi tentativi di prendere la figlia e scappare, racconta, le percosse continuano a più riprese. "Non contento, va a prendere un cucchiaio di legno dalla cucina e inizia a colpirmi in faccia fino a quando il cucchiaio si spezza a metà". Poi spiega che il compagno si allontana un attimo dalla stanza e lei molto dolorante prova a prendere in braccio la bimba, per portarla con se, ma non ci riesce. Lui esce dalla cucina. "Che aveva qualcosa in mano, io li ho pensato o esco da sola o non riesco più ad uscire". All'uomo è stata sospesa la potestà genitoriale il provvedimento cautelare adottato è il divieto di avvicinamento alla donna, deve tenersi a distanza di almeno 500 metri. "Faccio l'avvocato mi assumo tutte le mie responsabilità, ma perché oggi una ragazza operata con delle placche al viso deve vivere anche nella paura che le possa risuccedere, perché quella persona è libera".