Bancarotta e una serie di reati societari: questo è quanto la Procura di Paola, guidata da Pierpaolo Bruni, contesta al presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, finito in carcere nell'ambito di una inchiesta che riguarda il crack di quattro società nel settore alberghiero, turistico e cinematografico con sede in provincia di Cosenza. Cinque le ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Guardia di Finanza: quattro ai domiciliari e una in carcere, quella di Massimo Ferrero appunto, che è stato arrestato in un albergo di Milano e trasferito nel carcere di San Vittore. In tutto sono nove gli indagati: ai domiciliari sono finiti anche la figlia di Ferrero, Vanessa, il nipote Giorgio e altre due persone. "È bene ribadirlo subito: con questa inchiesta non c'entra nulla la Sampdoria né le procedure in corso a Roma che riguardano altre attività di Ferrero", come fanno sapere i suoi legali Giuseppina Tenga e Luca Ponti. Massimo Ferrero si è subito dimesso dalla carica di presidente della Sampdoria proprio per chiarezza e per evitare qualsiasi fraintendimento con questa vicenda. La gestione ordinaria, in attesa di un CdA della società, è stata affidata al direttore operativo Alberto Bosco. A Ferrero la Procura di Paola contesta di avere, con la complicità di alcuni congiunti, distratto fondi societari per sottrarli all'azione dei creditori. La Guardia di Finanza avrebbe accertato, attraverso prove documentali, la distrazione di somme e individuato la canalizzazione illegittima verso conti correnti e altre società di capitale.