La virtuosa Basilicata, celebrata due settimane fa dalla televisione francese, accantona il sogno del bianco e si prepara, tra sorprese e rassegnazione, alla zona rossa. Da bianchi adesso siamo rossi. Potevamo restare gialli o arancioni. Ci affidiamo a quello che stabiliscono le autorità e il Comitato tecnico-scientifico. Noi possiamo solo subire, diciamo così, tra virgolette. La regione con il più basso tasso di occupazione dei posti letto Covid, paga alcuni piccoli focolai, peraltro circoscritti che hanno fatto schizzare l'indice di RT a 1,5 e sono in molti a contestare il meccanismo nazionale di attribuzione dei colori che non tiene conto di fattori specifici, come in questo caso la bassa densità demografica. Intendo scrivere al governo regionale, ma anche al governo nazionale al Ministero della salute, per rivedere il provvedimento, cercare magari di andare a definire l'area rossa in quei comuni dove abbiamo maggiori criticità, maggiori situazioni pandemiche. Intanto, niente scuole in presenza e nuove pesanti restrizioni per le attività economiche, a partire dal turismo. Nei prossimi giorni avremmo avremo iniziato il casting per lo spot del rilancio della destinazione lucana post pandemia. Ci tocca sospendere e ancora trattenere il respiro per due settimane.