Da alcuni barconi scendono soprattutto donne tutte scalze, alcune zoppi canti e tanti bambini. Alcuni hanno pochi mesi altri pochi anni chiedono l'acqua, hanno sete, sono rimasti per giorni senza bere, mentre gli operatori umanitari li assistono e confortano a terra, altre barche vengono avvistate. Alcune entrano da sole in porto, altre guidate da Guardia Costiera e Guardia di Finanza che cercano di mantenere a bordo la calma perché agitandosi rischiano di far capovolgere l'imbarcazione come spesso accade. Di sbarchi autonomi ce ne sono stati a decine negli ultimi giorni. Barche e barchini si accumulano al molo Favarolo, a pochi metri dalla spiaggia in cui tanti turisti e bagnanti si godono una vacanza in questo prolungamento d'estate. La stragrande maggioranza dei migranti arriva in autonomia solo il 16% è salvato dalle navi delle ONG. Secondo i dati del Viminale che con una direttiva ne ha vietato l'ingresso in acque italiane. In attesa, da giorni, ci sono 3 navi: la Geo Barents di Medici Senza Frontiere, la Ocean Viking di SOS Mediterranee, la Humanity One. Hanno a bordo complessivamente un migliaio di persone, nuclei familiari con bambini neonati, ragazzini soli, donne incinte. Gli operatori cercano di curare i feriti e intrattenere i bambini mentre di giorno in giorno aumenta il numero delle evacuazioni urgenti di chi sta male, e non può più stare su una nave. Ma le navi umanitarie rimangono al largo delle coste siciliane, con il divieto di avvicinarsi mentre a Lampedusa le barche che sono riuscite ad attraversare il Mediterraneo senza fare naufragio continuano ad arrivare.