Le richieste d'aiuto da barconi in difficoltà si alternano agli avvistamenti di gommoni sgonfi e barconi naufragati. È un continuo nel Mediterraneo. L'ennesima tragedia al largo della Libia ha fatto una cinquantina di vittime, lo riferisce la Mezzaluna Rossa libica. Donne, uomini, bambini, alla deriva da 24 ore, annegati senza che nessuno intervenisse in loro aiuto. I sopravvissuti sono un centinaio, riportati a Tripoli. Come altre centinaia nel fine settimana, spesso con l'uso della violenza, dove non ci sono operatori umanitari a garantire il basilare rispetto dei diritti umani. Come denuncia la Sea-Watch con questo video che mostra i metodi dei militari libici: migranti picchiati perché protestavano all'idea di essere rispediti nei lager da cui erano fuggiti. Con 457 profughi e migranti salvati, tra cui 166 minori soli e 34 donne, la nave della ONG tedesca è ancora in mare in attesa di un porto di sbarco, mentre ad Augusta la Ocean Viking ha portato a terra i 236 salvati nei giorni scorsi. "Dopo il naufragio di dieci giorni fa in cui hanno perso la vita 130 persone è delle ultime ore la notizia di altri due naufragi in cui hanno perso la vita altre 11 e 50 persone. La gente continua a fuggire dalla Libia perché la situazione nei campi di detenzione è assolutamente intollerabile". Arrivi anche sulle coste pugliesi: un piccolo veliero con 25 afgani per metà donne e bambini. E da Lampedusa un traghetto ha portato via le 700 persone approdate negli ultimi giorni. Siamo preoccupati, con la stagione estiva temiamo arrivi in massa, dice il sindaco Totò Martello, che si rivolge al Premier Draghi. Ricordo che Lampedusa, dice, è la frontiera d'Europa.