L'hanno già ribattezzata la rivolta di corvetto. È Corvetto la Banlieue milanese. Paragoni azzardati sebbene in questo quartiere popolare multietnico, alla periferia sud est di Milano, vivano tanti immigrati di seconda e terza generazione, e disagio, emarginazione e difficile integrazione siano una realtà. Dopo la morte di Ramy Elgaml, 19 anni egiziano, deceduto fra sabato e domenica al termine di un inseguimento con i carabinieri, la rabbia è esplosa con forza. Resta da capire se l'incidente sia stato causato dall'impatto con l'auto dei militari o se l'amico di Ramy che guidava e rimasto illeso, abbia perso il controllo dello scooter. Seconda notte di scontri e tensione lunedì quando un centinaio di amici del ragazzo morto hanno protestato, prima pacificamente poi scontrandosi con la polizia. Roghi, lanci di bottiglie e petardi verso gli agenti che hanno risposto con cariche di alleggerimento e lacrimogeni. Già dal pomeriggio decine di persone si erano riunite issando striscioni in memoria del ragazzo morto. Verso le 22 il presidio si è spostato, un autobus è stato bloccato in mezzo alla strada e, mentre i passeggeri scappavano impauriti, i giovani lo hanno devastato e vandalizzato, così come la vicina pensilina. Negli scontri è stato arrestato un ragazzo montenegrino di 23 anni. Il tutto si è concluso verso mezzanotte. Non è la prima volta che nel quartiere avvengono scontri con le forze dell'ordine e la Questura ha chiesto rinforzi per poter presidiare al meglio la zona.