Mafia Capitale è ancora sotto i riflettori. È di nuovo il nome di Massimo Carminati fra le ventuno persone per le quali la Procura di Roma ha chiesto il processo. Parliamo del terzo atto delle indagini sul cosiddetto “Mondo di mezzo”, chiuse a settembre dai magistrati. Oltre all’ex NAR, ci sono altri nomi per i quali è stata firmata la richiesta di rinvio a giudizio, ovvero Gennaro Mokbel, il direttore del Tempo Gian Marco Chiocci, accusato di favoreggiamento. Non c’è Luca Odevaine, l’ex componente del tavolo di coordinamento sugli immigrati del Viminale, che ha chiesto di poter patteggiare la pena. A nessuna delle persone coinvolte è contestata l’associazione per delinquere di stampo mafioso, né quella semplice. Nel processo sulla prima parte dell’inchiesta, i giudici, nella sentenza, che dispose in tutto 250 anni di galera, fecero cadere l’accusa di associazione mafiosa. Nelle 3.200 pagine di motivazioni, i giudici scrissero che il Mondo di mezzo del nero Massimo Carminati e del ras delle cooperative Salvatore Buzzi non poteva essere considerato mafia. Nelle carte si legge che il tribunale non ha individuato alcuna mafiosità autonoma o derivata da altre tra i due gruppi criminali protagonisti del Mondo di mezzo. La parola, adesso, passa alla Corte d’appello per il filone principale dell’inchiesta. Dunque, si ricomincia, sempre nell’aula bunker di Rebibbia, dove si sono celebrate le 250 udienze del primo grado. Ventotto gli imputati, per diciannove dei quali la Procura tornerà a chiedere la condanna per associazione mafiosa.