Che Montemignaio nel Casentino sia il paese dell'albero di Natale è scritto anche sulla segnaletica. È in campi come questi che vengono coltivati gli abeti e forse pochi lo sanno ma ne esistono di diverse specie. "Questo è il normandiano, più profumato, in casa anche col calore resiste, è difficile che perda gli aghi". "Questo era un tipo, poi ce n'è un altro la mi diceva", "si, è il rosso, è quello classico che magari va più di tutti perché fa prima a venire, questo per modo di dire ha uno, due, tre quattro anni. Questo questo è... c'ha gli aghi più fini e buca un pochino di più. Però è più bellino perché è argentato". "A chi vende lei questi alberi di Natale?" "Io li vendo alla grande distribuzione". Nel Nord e nel Sud del paese e perfino all'estero, da questa zona dell'Appennino centrale partono 50 mila piante all'anno. Ogni albero ha il suo cartellino che ne certifica la sostenibilità, il suo passaporto per entrare nostre case. Lui stesso è un dono per il territorio che non ha molto altro da offrire se non patate. Qui resistono poche centinaia di persone in un comune grande 27 km quadrati. "Riesce a mantenere qui delle persone che con questa pratica lavorano, guadagnano, quindi offrono anche lavoro e in più e riesci a mantenere questi campi in ordine. Se non facessimo questo, probabilmente, il fondovalle ne potrebbe anche soffrire".