L'orditoio che ha inghiottito Luana sarebbe stato manomesso per permettere un risparmio di tempo o maggior velocità. Quindi per aumentare la produzione. Le risultanze della perizia sui macchinari nella fabbrica di Montemurlo dove la ragazza è morta, porterebbero a questo. La saracinesca di sicurezza che permette di evitare che l'operaio rimanga per qualsiasi motivo impigliato al macchinario, non si abbassava. Sono le prime risultanze, in attesa della consegna dell'intera perizia, entro metà luglio. La giovanissima mamma, Luana D'Orazio, avrebbe quindi lavorato di fronte ad un macchinario i cui pesantissimi ingranaggi continuavano a muoversi, anche quando lei era nei pressi dell'orditoio. E infatti il 3 maggio, mentre lavorava, è rimasta impigliata nel macchinario, schiacciata dagli ingranaggi e morta immediatamente. L'ipotesi che i sistemi di sicurezza dei macchinari della ditta fossero stati manomessi, per funzionare anche con i cancelli di protezione alzati, era stata avanzata fin dalle prime fasi dell'indagine. Nel fascicolo aperto dalla Procura di Prato che indaga sul caso, oltre all'omicidio colposo, è contestato anche il reato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Se confermati i primi esiti, si aggraverebbero ulteriormente le posizioni dei tre indagati per la morte di Luana: la titolare dell'orditura, il marito e il responsabile della manutenzione dell'orditoio. La mamma della ragazza disperata dice: voglio giustizia, non vendetta.