La Campania è ancora in zona bianca, ma la sanità è sotto pressione. Da lunedì sono sospesi ricoveri e visite ambulatoriali non urgenti. Nei giorni scorsi una fila di ambulanze all'ospedale Cotugno, riferimento per le malattie infettive ora riconvertito di nuovo a Covid, e con i reparti tutti occupati al netto di qualche posto libero in terapia intensiva, ha ricordato quelle di un anno fa. "In questo momento la situazione, diciamo, dopo i giorni scorsi in cui c'è stata questa emergenza per, insomma, di afflusso presso il Pronto Soccorso, è rientrata un po' in una situazione più di normalità. In terapia intensiva, le dico, in questo momento non abbiamo, abbiamo 14 paziente su 16 posti, non c'è un paziente vaccinato con terza dose. Sul totale dei pazienti il 70% dei pazienti sono non vaccinati". Si stanno aprendo nuovi posti letto e riconvertendo di nuovo ospedali, come il San Giovanni Bosco di Napoli, che erano tornati all'assistenza ordinaria. Intanto la medicina del territorio è in difficoltà, come ci racconta questo medico di famiglia che lavora a Ponticelli, periferia est della città, che ha deciso di accogliere tutti, non solo i suoi assistiti, per dare una mano alla campagna di vaccinazione. "Quanti messaggi e telefonate di solito riceve?" "Beh, io in media almeno 200-300 telefonate al giorno e relaziono su Whatsapp almeno con 150-200 messaggi al giorno, oltre alle visite ambulatoriali, oltre alle vaccinazioni, oltre alle visite domiciliari. Gran parte delle segnalazioni che facciamo e delle emissioni in piattaforma non vengono evase. Noi abbiamo ancora casi in cui abbiamo fatto registrare in piattaforma dei pazienti che avevano una positività all'antigenico il 23 del mese scorso, ad oggi non sono stati ancora chiamati. Resta anche la tristezza per me che sono medico di medicina generale, la scarsa risposta della medicina territoriale rispetto a un'emergenza di questo tipo".