Naufragio Concordia, 5 anni fa la tragedia al Giglio

13 gen 2017
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Una manovra spericolata, una mal riposta fiducia nel proprio infallibile istinto marinaresco condannarono cinque anni fa al naufragio la Costa Concordia, gioiello della flotta Costa Crociere che per colpa di un azzardato inchino all’Isola del Giglio il 13 gennaio del 2012, alle 21,45, portò agli scogli delle Scole davanti alla costa. L’impatto squarciò lo scafo come burro per 70 metri. Iniziava l’incubo per le 4.229 persone a bordo. Ne moriranno 32, 157 saranno i feriti. La fiancata iniziò a imbarcare acqua. La nave cedette iniziando a inclinarsi, inabissatosi lentamente, ma inesorabilmente. La Concordia si arenò poi a Punta Gabbianara, su uno scalino di roccia che le evitò di precipitare a cento metri sott’acqua. Al timone in quel momento c’era il comandante Francesco Schettino. Lui, diranno i giudici condannandolo a 16 anni di carcere, decise quella manovra maldestra. Lui navigò contro le regole, secondo il suo istinto marinaresco. Sempre lui tardò ad attivare i soccorsi, ma fu veloce a saltare su una lancia per mettersi in salvo mentre sulla nave rimanevano ancora dei passeggeri. Le urla di Gregorio De Falco, che alla radio imprecava ordinandogli di tornare a bordo, sono rimaste impresse nel ricordo di tutti noi, come scolpita nel ricordo rimarrà l’immagine del relitto della Concordia afflosciata su un fianco e incagliata nel fondale che per due anni e mezzo ha segnato lo skyline del Giglio. Fa parte di questa storia anche lo spettacolare e straordinario recupero del relitto. Il 16 settembre 2013 inizia l’operazione di rotazione della Concordia per disincagliarla e raddrizzarla in posizione; una scommessa che avviene in diretta mondiale e dura 19 ore. Alle 4 del mattino la nave è finalmente dritta tra le lacrime, gli abbracci e gli applausi dei tecnici. Inizia poi l’ultimo viaggio, il 27 luglio 2014, dopo essere stata imbracata e trainata per miglia, la Concordia arriva alle 12,30 nel porto di Genova salutata dall’urlo delle sirene dei rimorchiatori. Da allora è stata smontata e totalmente smantellata. Le operazioni si stanno concludendo. Quanto al processo, Schettino è stato condannato a 16 anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, pena confermata in appello il 31 maggio con in più il divieto per 5 anni di praticare qualsiasi professione marittima. Si attende ora il 20 aprile, il processo in Cassazione. Schettino ha fatto ricorso chiedendo l’annullamento della sentenza. Anche la Procura generale di Firenze ha chiesto alla Cassazione di annullare la sentenza di appello, ma perché la pena comminata al comandante è giudicata troppo lieve.

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